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Mario Calvitti
The music I like best is the one that cannot be reduced to a specific genre - La musica che preferisco è quella che non si può ridurre in categorie
About Me
I was born in central-north Italy just in time to grow up in the fabulous Sixties (and be a teenager starting
from 1970). I realized for the first time that music can be more than pop and beat that ruled in those
years by watching a TV performance from Vanilla Fudge at 1969 International Pop Music Show in Venice,
surprisingly won by the group playing 'Some Velvet Morning', a psychedelic rock song over 9 minutes
long. As a result of this particular imprinting, the so called progressive rock will shape my musical taste
ever since, making me discover Pink Floyd, King Crimson, Frank Zappa, Soft Machine, Amon Duul, Henry
Cow and all Canterbury groups shortly after.
I got into jazz via British jazz from Mike Westbrook, Keith Tippett, John Surman, Alan Skidmore, Michael
Gibbs before getting exposed to the music of the five masters (Davis, Coltrane, Mingus, Monk, Evans).
I witnessed with reverence, admiration and endless love the growth and development of ECM in the early
70's. Last (but not least) of my strongest musical passions, unreturned, is the one for guitar music in
almost all of its forms, especially acoustic. I am currently resident of Rome, where I moved in the early
80's. My job for 30+ years has been dealing with black, round, plastic molded objects with a hole in the
center and grooves on their surface, but unfortunately it was only vehicle tires.
I've been collaborating with AAJ Italy since its start in 2001, occasionally writing articles and reviews for
italian music magazines 'Chitarre' and 'Jazzit'.
Nasce in Romagna appena in tempo per crescere nei favolosi anni Sessanta. Si rende conto per la prima
volta che la musica può essere qualcosa di più del pop e del beat imperanti in quegli anni assistendo in
TV all'esibizione dei Vanilla Fudge alla Mostra internazionale di musica leggera di Venezia nel 1969, che
il gruppo vince sorprendentemente presentando un brano di rock psichedelico di oltre 9 minuti, 'Some
Velvet Morning'. Come risultato di questo imprinting, da allora il cosiddetto progressive rock eserciterà su
di lui un fascino irresistibile, plasmando i suoi gusti musicali con la successiva scoperta in tempi
brevissimi di Pink Floyd, King Crimson, Frank Zappa, Soft Machine, Amon Duul, Henry Cow e tutto il filone
di Canterbury.
Arriva al jazz attraverso il jazz inglese di Mike Westbrook, Keith Tippett, John Surman, Alan Skidmore,
Michael Gibbs prima di venire esposto alla musica dei cinque maestri (Davis, Coltrane, Mingus, Monk,
Evans).
Assiste con reverenza, ammirazione e sconfinato amore allo sviluppo e la crescita della ECM nei primi
anni '70. L'ultima delle sue grandi passioni musicali, non corrisposta, è quella per la chitarra in quasi tutte
le sue forme espressive, ma prevalentemente acustiche. Si trasferisce a Roma, dove attualmente risiede,
dai primi anni '80. Professionalmente si è occupato per oltre 30 anni di oggetti stampati in plastica neri,
rotondi, con un buco al centro e la superficie coperta di solchi, purtroppo si trattava solamente di
pneumatici.
Collabora con AAJ dall'inizio della sua versione italiana, e ha pubblicato saltuariamente articoli sulle
riviste Chitarre e Jazzit.